Giovedì scorso è uscito un altro ultimo numero dell’Unità. Siccome sono un signore di una certa età, sono andato in edicola e l’ho comprato. L’ho infilato in borsa e ho continuato a fare le mie cose. Ho una vita da vivere, lavori da sbrigare e tempo da perdere. Mica riesco a sfogliare davvero tutti i giornali che compro.
Stamattina mi sono svegliato presto, ho aperto lo zaino ed estratto i libri e i giornali che lo appesantivano. Cercavo “Y l’ultimo uomo” che è arrivato all’undicesimo numero; Yorick e 455 stanno ancora cercando la scimmia Ampersand. Dalla mazzetta sono emerse due copie intonse del “Corsera”. Tra queste, giaceva immacolato l’ennesimo ultimo numero dell’Unità.
Premetto che mi auguro che in futuro ci saranno altri ultimi numeri dell’Unità. Poi, aggiungo qualche pensierino ozioso (ché è un sabato d’agosto e si può).
1. Mi piacerebbe che qualcuno iniziasse a renderli riconoscibili questi ultimi dell’Unità. Credo sia un dovere per evitare che gli eventuali collezionisti prendano delle fregature. Bisogna distinguere oculatamente quello del luglio del 2000 da quello dell’agosto del 2008.
2. Quest’ultimo numero (quest’ultimo) è datato 31 luglio. Il che significa che l’ultimo numero dell’Unità è un prodotto da edicola estiva. Lo si sfoglia inframmezzandone la lettura con le parole crociate e i gialli da spiaggia (che, lo sai, sono un genere canonizzato).
3, So che è brutto (e forse un po’ fascista) puntare il dito sui contributi all’editoria, ma questo elenco mostra alcune sorprese. E’ vero che, come dice “wikipedia”, “L’unità” è il quotidiano che più si è avvantaggiato dei finanziamenti pubblici. La sua ennesima chiusura mostra uno spazio interessante di riallocazione di quel denaro pubblico: per il 2012 (ultimo dato certificato) ha ottenuto un finanziamento di € 3.615.894,65 e, in quell’anno, aveva una diffusione media (mica tiratura o venduto, diffusione) di 30.921 copie. Però è interessante guardare anche quali sono le altre imprese editoriali più finanziate: “Avvenire” (€ 4.355.324,42) e”Italia Oggi” (€ 3.904.773,62 ) lo sono più dell’Unità; meno, ma sopra la considerevole cifra di 2 milioni di euro, ci sono “Il Manifesto Quotidiano Comunista” (€ 2.712.406,23), “Cronaca qui.it” (€ 2.361.897,73 ), “Conquiste del Lavoro” (€ 2.284.955,46 ) e”La Padania” (€ 2.001.468,43).
4. Questo ultimo numero dell’Unità esce con il titolo “L’Unità è viva”. A sottolineare la vitalità della testata c’è l’arguzia con cui, per riempire la fascetta rossa sotto il titolo, è stata scelta la solita (bellissima, eh) frase di Antonio Gramsci sugli indifferenti. E’ una frase bella e importante ma scontatissima. I lettori dell’unità mica sono dei giovani cui devi riassumere le puntate precedenti: sono dei signori di una certa età (pochi e, per squisite ragioni biologiche, destinati a diminuire progressivamente) che quella frase l’hanno letta e sentita millanta volte. Perfino i blogger (che, lo dico per esperienza personale, sono tra gli individui meno svegli, ostinati come sono a insistere su piattaforme morenti) hanno capito che quella frase (bellissima, eh) non è più necessario citarla.
5. Quest’ultimo numero dell’Unità allinea, dietro il titolone strillato con vigore “L’Unità è viva”, un’infilata di necrologi. Il fatto che gli autori di quei pezzi siano quasi tutti morti da un pezzo renderà questo ultimo numero dell’Unità una prelibatezza per collezionisti, nota come “The Romero Edition”.
6. L’ultimo dato certificato di diffusione dell’Unità, reso disponibile da ADS, è quello di maggio 2014: 21.867 copie. Sono 9.000 meno che nel 2012: una perdita secca del 30%. Le aziende falliscono così. “L’Unità” ne è così consapevole che ha arricchito quest’ultimo numero con foto d’epoca che mostrano fino in fondo la natura di merce del giornale: militanti che vendono copie del giornale. Le foto sono tutte in bianco e nero e non per una scelta stilistica.
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