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Il paese delle favole

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Augusto Daolio Dante Pergreffi

Ho una certa età e la mia schiena lo denuncia: una notte di aria condizionata e sono rigido come un cancello.
Ho una certa età e, millant’anni fa, sono andato a sentire concerti che già allora erano da signore attempato.
Ricordo i Nomadi dal vivo, quando sul palco Augusto Daolio faceva siparietti con Dante Pergreffi.
Augusto è morto nel 1992: aveva 45 anni, sembrava un grande vecchio ed era più giovane di me oggi.
Dante, trentunenne, non c’era già più da cinque mesi.

Da qualche parte ho una foto, che adesso non ho cuore di cercare, in cui i due si spintonano sghignazzando durante una canzone.
Di foto di quella sera ne avevo tante. Poi un po’ alla volta sono scomparse.

Sto iniziando a mettere in fila un po’ di idee intorno a un progetto che non ha ancora forma. Se dovessi buttare parole chiave alla rinfusa, direi: guerra fredda, cattolicesimo e comunismo, estensione dell’obbligo scolastico, proteste giovanili, avanguardie, riflusso e mainstream.

Mentre mi dedico a letture un po’ scombinate, come sempre, mi tornano in mente due canzoni dei Nomadi.
Le versioni che conosco io sono quelle eseguite dal vivo, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta.
La prima è Gordon ed è stata incisa per la prima volta nel 1975. La seconda è “Il Paese delle Favole” del 1982.

Non ti so ancora dire perché, ma queste due canzoni devono stare l’una accanto all’altra. Conto di capirlo (se vuoi darmi una mano, grazie).


Archiviato in:Anarchivio, La Cucina di casa Spari Tagged: augusto daolio, dante pergreffi, nomadi Image may be NSFW.
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