Charles Schulz annuncia la fine di Peanuts.
La prima striscia era stata pubblicata da sette quotidiani statunitensi il 2 ottobre del 1950.
Charlie Brown, senza la greca sulla maglietta e con un’andatura stranamente tronfia, passa di fronte a due bambini seduti sul marciapiede (nei giorni successivi scopriremo che si chiamano Shermy e Patty). Buon vecchio Charlie Brown.
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Da lì in avanti è un crescendo. Di bellezza e di successo. Nel momento di maggior fulgore, Peanuts è tradotto in 21 lingue, per uscire su 2.600 quotidiani, in 75 paesi del mondo.
Il mondo è bidimensionale e il disegno sembra semplicissimo. Ma provaci tu a disegnare quel bracchetto e guarda cosa ti viene.
Anzi, fai questa cosa. Prendi una qualsiasi striscia di Schulz, una di quelle che sembrano talmente leggere da gonfiarci un palloncino. Ce l’hai? Ecco. Ora aggiungi un segno, uno qualsiasi: un mattone sulla parete della scuola, una nuvola, un fiore, un sorriso a Snoopy se è stato disegnato senza bocca. L’incantesimo si spezza. La striscia inizia a pesare e cade da tutte le parti. Non lo trovi incredibile?
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Il 16 novembre del 1999, sei giorni prima del suo settantasettesimo compleanno, Charles Schulz viene ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico. Una di quelle cose che “non ti preoccupare, un’aorta addominale un po’ occlusa è normale alla tua età”. I medici fanno qualche esame di routine e trovano le tracce di un tumore al colon.
Schulz è un serio professionista, uno che non ha mai mancato una scadenza, una macchina del racconto. Previdente come al solito, prima del ricovero, ha preparato strisce sufficienti a coprire tutto il periodo della riabilitazione. Si è perfino tenuto dei margini, perché con gli imprevisti non si scherza. Ha strisce pronte fino al 2 gennaio del 2000 e pagine domenicali fino al 13 febbraio. United Media Syndicate, l’azienda che gestisce i diritti di pubblicazione di Peanuts, tranquillizza gli animi mostrando un ottimismo smisurato: il Maestro tornerà in tempo per proseguire la striscia senza costringerci a ripubblicare vecchie strisce.
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Tornato a casa, Schulz disegna solo un’altra striscia, quella destinata a uscire il 3 gennaio. In una grande vignetta, Snoopy, tremulo e indeciso, si tiene il mento dopo aver dattiloscritto una lettera:
“Cari amici,
Sono stato fortunato a disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. Ho realizzato le ambizioni che avevo fin da bambino. Purtroppo non posso più garantire il rispetto dei tempi richiesto da una striscia quotidiana e, così, devo annunciare il mio ritiro.
Sono grado ai miei editori per la lealtà che mi hanno mostrato negli anni e ai fan della striscia per l’amore e il sostegno che mi hanno dato. Charlie Browm, Snoopy, Linus, Lucy… Come potrò mai dimenticarli…”
Dopo l’uscita della striscia, i lettori hanno oltre un mese per incassare il colpo. Attendono con ansia l’ultima pagina domenicale. Schulz muore il 12 febbraio. Il giorno dopo i quotidiani pubblicano il coccodrillo, preparato con qualche anticipo, accanto all’ultima pagina domenicale.
Neanche quest’anno la ragazzina dai capelli rossi riceverà la sua lettera per san Valentino.
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